PREGHIERA NELL’ASSEDIO
Un’opera prima sorprendente che spiazza il lettore, gettandolo nell’assurdità della guerra.
«Preghiera nell’assedio è grande letteratura al pari di romanzi come La cronaca di Travnik e La corte del diavolo (Ivo Andrić), Il derviscio e la morte (Meša Selimović)… Ovčina è un grande scrittore.» – Miljenko Jergović
«L’Europa ha trovato un altro grande autore … Preghiera nell’assedio è una delle cose più toccanti che siano state scritte sulla realtà di questa e di molte guerre simili.» – Frankfurter Rundschau
«Nel suo debutto giustamente premiato, Damir Ovčina cammina su una linea sottile e vertiginosa.» – Jörg Plath, Neue Zürcher Zeitung
Una città ai margini dell’Europa centrale che conserva ancora il ricco patrimonio di una storia unica. Siamo a Sarajevo ed è la primavera del 1992. Un’intera nazione si sgretola e lascia il posto alla guerra. Quando accade, un ragazzo bosniaco si ritrova nel quartiere sbagliato – Grbavica – occupato dai Serbi e per due anni è costretto a restarci, separato dalla sua famiglia: viene assegnato a una squadra di lavoro per seppellire i morti ma in mezzo a tanta crudeltà ci sarà spazio anche per la speranza e per l’incontro. Damir Ovčina, intrappolato per anni a Sarajevo durante la guerra in Bosnia, ha scritto un grandioso romanzo attingendo a vicende autobiografiche. Preghiera nell’assedio è una grande opera letteraria che per certi versi è stata paragonata alle opere di Shalamov, Grossman, Levi. Un romanzo che affronta gli orrori della guerra senza smettere di occuparsi dell’animo umano, dell’oscurità e della luce che alberga in ogni essere. Un’opera prima sorprendente che spiazza il lettore, lo getta nell’assurdità della guerra, nell’inferno sofferto dai civili, nei meandri profondi e oscuri, ed è capace di trovare la speranza tra le macerie, dove l’arte e l’amore possono sempre fiorire.