23 Maggio 2016
Protagonista de La disfida è Alvise Pàvari dal Canal, gentiluomo veneziano dal carattere irruento, e Caponetti narra la sua ultima avventura: dopo la Venezia di Bartolomeo Colleoni (Due belle sfere di vetro ambrato), la Toscana degli Etruschi (Venivano da lontano) e la Sicilia medioevale di Adelasia Incisa dal Vasto (La carta della regina), parte del nuovo romanzo porta il lettore nella Puglia del 1503, al tempo della disfida di Barletta.
L’approfondita ricerca storica, che arricchisce la trama di scoperte e suggestive ipotesi, è un elemento fondamentale del lavoro di Caponetti. Ma il vero motore delle vicende di Alvise Pàvari sono i cavalli; del resto, è l’amore per gli equini ad aver cambiato la vita di Caponetti. Pubblicitario torinese, per seguire la sua passione, si trasferisce negli anni ’80 con la famiglia prima in Monferrato e poi in Maremma, dove tuttora risiede. Caponetti è insegnante di equitazione, professore di ippologia all’università, consulente, allevatore e addestratore.
Il suo primo romanzo, Quando l’automobile uccise la cavalleria, è del 2011, ma Caponetti ha passato una trentina d’anni a documentarsi sugli intrecci delle vicende di tre personaggi chiave del Novecento: Agnelli, Bricherasio e Caprilli. Il risultato è un romanzo storico godibilissimo, che cerca di far luce su un periodo poco esplorato della storia torinese, quello dell’ascesa di Agnelli nell’industria automobilistica a scapito degli altri due “cavalieri”.
Ne La disfida, l’investigatore culturale Alvise Pàvari salpa da Venezia in barca a vela e raggiunge Trani, dove l’attendono un mistero relativo a un giovane antenato, un altro Alvise, e una sfida contemporanea in forma di regata. La scrittura felice e ironica fa il resto, regalando al lettore colpi di scena e gran divertimento.
Giorgio Caponetti, La disfida, Marcos y Marcos, 2016
Marcos y Marcos
Nasce a Milano, all’inizio degli Ottanta: si chiamano entrambi Marco (Zapparoli e Franza, che lascerà il progetto poco dopo) i due giovanissimi fondatori. Dal 2000 gli editori sono di nuovo due, grazie all’arrivo di Claudia Tarolo. Ha in catalogo autori come John Fante (Chiedi alla polvere), Boris Vian (La schiuma dei giorni), John Kennedy Toole (Una banda di idioti), e poi Friedrich Dürrenmatt, William Saroyan, Jumpha Lahiri, Bulbul Sharma, Jasper Fforde, Pedro Lemebel, Lisa Gardner, Hakan Günday. Il 2012 è l’anno di Se ti abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, che diventa un best seller internazionale. Anche Paolo Nori è entrato nella famiglia Marcos y Marcos, con romanzi propri, traduzioni e curatele, come le recenti raccolte dei Repertori dei matti, a Torino, Milano, Bologna, Roma, nate dai corsi tenuti dall’autore in diverse città. La casa editrice è molto attenta alla biosostenibilità e attiva nella promozione della lettura e del libro, con iniziative nazionali come Letti di Notte, il 21 giugno. Un approccio molto personale all’editoria, quello di Marcos y Marcos: In Italia si pubblicano troppi libri troppo in fretta, la maggior parte cade nel nulla. Noi, che già pubblichiamo pochi libri all’anno, dal 2007 ne facciamo tre in meno, solo tredici, e dedichiamo tutte le nostre risorse a sceglierli, curarli e farli conoscere, perché non devono andare sprecati. Vendiamo nel tempo tutte o quasi le copie che stampiamo, facciamo ristampe costanti anche a lunga distanza e non maceriamo mai.
Jorge Baron Biza, Il deserto, La Nuova Frontiera, 2016
La splendida scrittura dell’autore racconta una vicenda realmente accaduta in famiglia, ambientata in Argentina durante gli anni di Perón e nella Milano del boom economico.
Andrea Gruccia, Capelvenere, Marco Saya Editore, 2016
Questi sessanta microracconti e poesie ci trasportano nel mondo malinconico, onirico, buffo e surreale del torinese Andrea Gruccia, che approda infine sulla carta stampata.
Stefano Trinchero, La copia infedele, 66thand2nd, 2016
Un gustoso noir, ambientato nella Torino del calcio e delle redazioni giornalistiche, è l’opera prima di Stefano Trinchero.
LA LIBRAIA
Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.
Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.