2 Maggio 2017
Romanzo vincitore del Premio Letterario dell’Unione Europea 2011, Esilio di Çiler İlhan cattura il lettore dalle prime pagine con una scrittura evocativa di luoghi e sensazioni. L’autrice dà vita e voce a personaggi dalle molte storie con uno stile asciutto e potente. Sono brevi racconti, quasi scatti fotografici, con uno stile tra il monologo e il fatto di cronaca. Ritorna il tema secolare delle “ferite sociali” che troviamo anche in Aslı Erdoğan: i genocidi di armeni e curdi, l’enorme distanza sociale, culturale ed economica tra città e zone periferiche e rurali, la condizione femminile e la violenza sulle donne. Su quest’ultimo punto, ecco che cosa afferma l’autrice in un’intervista: Nel 2013* in Turchia sono state uccise 214 donne da mariti o amanti, un numero che non include altri reati come violenza domestica, stupro o incesto. Nella parte orientale della Turchia bambine di età compresa tra 10-12 anni sono viste come femmine! E abbiamo ancora tante “spose bambine”. La dominazione del maschio è molto chiara da noi, sia nei villaggi più primitivi, sia nella vita professionale a Istanbul, solo in forme diverse.**
I personaggi di Esilio sono bambini, embrioni, cani, cigni, fantasmi, Pippa Bacca, una ragazza uccisa dai fratelli e poi il fratello che l’ha uccisa, vittime e carnefici. Sperimentano, talvolta, situazioni di distacco dalla propria terra. Elemento forte è infatti una sorta di peregrinare identitario, che ritroviamo in altri autori turchi, a partire da Orhan Pamuk, tra presente e ricordo, tra la propria terra e altri paesi. Una condizione di “eterna soglia”, come la definisce un’altra autrice turca, Feride Çiçekoğlu (Non sparate agli aquiloni, Scritturapura 2011), a cui probabilmente contribuisce una delle caratteristiche essenziali della Turchia, non a caso definita sin dall’antichità Porta d’Oriente. Emerge in maniera possente, pagina dopo pagina, una condizione di alienazione dalla propria natura umana, sempre che per umanità si possa ancora intendere la capacità di provare compassione, nella nobile accezione di “patire con”, percepire la sofferenza dell’altro, desiderando di alleviarla.
* dato drammaticamente aumentato sotto il governo di Erdoğan. Come afferma Nazan Moroglu, avvocato e attivista intervistata da Mura Cinar, nel 2015 la percentuale di femminicidi era aumentata, negli ultimi 7 anni, del 1400%: quasi 3000 donne uccise dagli uomini.
** intervista di Francesca Bellino su reset.it, Vivere in Turchia oggi. L’esilio ‘interiore’ raccontato da Çiler İlhan, http://www.reset.it/libri/libri-vivere-in-turchia-oggi-lesilio-interiore-raccontato-da-ciler-ilhan
Çiler İlhan, Esilio, Del Vecchio 2014, traduzione di Eda Özbakay, 13,50 euro
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Aslı Erdoğan, Il mandarino meraviglioso, Keller 2014, traduzione di Giulia Ansaldo, 14 euro
Una piccola meraviglia: non c’è pagina che non sia da saccheggiare almeno una volta, per una frase preziosa. Dire della storia, che è quella di una donna turca menomata nello spirito e nel fisico, che vive a Ginevra, non esprime la naturalezza poetica con cui l’autrice (incarcerata nel 2016 per alcuni mesi a causa del suo attivismo filocurdo) riesce a tratteggiare un mondo, un sentire, solo apparentemente estranei alle donne italiane.
Murat Cinar, Una guida per comprendere la storia contemporanea della Turchia, Simple 2016, 14 euro
Sono piccoli saggi (articoli, interviste, commenti) sull’attualità turca quelli di Murat Cinar, giornalista e attivista di casa a Torino: elezioni, referendum, protesta, diritti, cultura artistica, difesa dell’ambiente e altro ancora.
Arzu Demir, La rivoluzione del Rojava, Redstarpress 2016, traduzione di Francesco Marilungo, 16 euro
Dice il sottotitolo: In diretta dai cantoni di Jazira e Kobane: come e perché la resistenza curda in Medio Oriente sta cambiando lo stato di cose presente. Rojava, la strenua resistenza, la rivoluzione permanente, vista nella sua quotidianità.
Marta Ottaviani, Il Reis. Come Erdoğan ha cambiato la Turchia, Textus 2016, 17,50 euro
Con un tono accorato e personale, la giornalista narra i cambiamenti intervenuti in Turchia, dalla rivoluzione del 1923 di Mustafa Kemal Atatürk a oggi, soffermandosi sull’ascesa di Recep Tayyip Erdoğan, da sindaco di Istanbul a dittatore populista e “padre-padrone”.
LA LIBRAIA
Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.
Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.