13 Luglio 2018

Una donna di Annie Ernaux

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Conosciamo Annie Ernaux soprattutto per Gli anni, una cavalcata dal secondo dopoguerra ai giorni nostri; la politica, il ’68, l’avvento del consumismo, l’emancipazione femminile visti con gli occhi di una donna che potrebbe essere italiana, tanti sono i parallelismi tra la storia sociale e politica francese e la nostra, in questi ultimi decenni. Ma è nella dimensione autobiografica delle storie familiari che l’autrice dà il suo meglio, a partire da Il posto, sulla figura paterna, passando per L’altra figlia, sulla sorellina mai conosciuta, per concludersi con lo splendido Una donna, dedicato alla madre. Sono narrazioni brevi e asciutte, così come semplice è la vita dei suoi protagonisti, contadini e operai in cerca di una condizione di vita migliore per sé e soprattutto per i propri figli che poi, grazie allo studio, da quella vita finiscono per allontanarsi. E anche Ernaux, crescendo, si allontana dal modello materno, inevitabilmente: Le rimproveravo di essere ciò che io, in procinto di migrare in un ambiente diverso, cercavo di non sembrare più. Gli ultimi anni della donna sono segnati dalla demenza e nella figlia due sentimenti fortissimi si contrappongono: la necessità di accudire e quella di sentirsi ancora figlia, fino ad affermare che la madre “non aveva il diritto”; di tornare bambina. Nella descrizione dei caratteri e dei rapporti, misurata, lucida, Annie Ernaux ci consegna uno scritto ad altissima emotività e rende giustizia a una generazione eroica, che ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale e, non stanca di sacrifici, ha continuato per tutta la vita a donarsi, a lavorare duro, per garantire ai figli e ai nipoti un futuro migliore.

Annie Ernaux, Una donna, L’orma editore, 2018. Traduzione di Lorenzo Flabbi

LA LIBRAIA

Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.

Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.

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