11 Agosto 2012
Non è mai facile dare consigli di lettura e, tra l’altro, i libri che porterò in vacanza sono altri: questi me li sono già letti.
Da dove vengono i sogni di David Vann (Bompiani): non lasciamoci ingannare dal titolo farlocco. L’originale è Caribou Island; Vann scrive dell’Alaska, sua regione natale, e vi ambienta storie di follia – sopita per benino nel gelo della vita familiare – che degenera nella violenza più efferata, come già nel precedente Sukkvann Island. Non c’è scampo, dalla prima all’ultima pagina, e tu lo sai o lo intuisci eppure continui, catturat* dalla scrittura potente, dai personaggi, dalla trama.
Un’altra famigliola niente male è quella descritta da Kevin Wilson ne La famiglia Fang (Fazi). Una famiglia di artisti. Situazionisti? Dadaisti? Pazzi, Caleb e Camilla, tanto da mettere a repentaglio la salute e quasi la vita propria e dei figli, con la loro ossessione per la performance perfetta. Infatti i figli si ribellano e una volta cresciuti e lontani da casa scelgono strade più “normali”: lei attrice, lui scrittore. Entrambi però si ritrovano, male in arnese, a casa di mamma e papà. Che il giorno dopo svaniscono: vittime di un omicidio o protagonisti dell’ennesima provocazione? Divertente e pieno di fantasia, La famiglia Fang, al netto delle eccentricità, pone questioni che forse, prima o poi, tutti i figli e tutti i genitori si trovano ad affrontare.
Di nuovo rapporti familiari in Moshi Moshi di Banana Yoshimoto (Feltrinelli). Madre e figlia, alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo la morte del marito/padre. Minimalismo e manicaretti a Shimokitazawa, quartierino alternativo di Tokyo. E una nota volutamente stonata, trattenuta per tutto il libro: il suicidio del padre, le sue ragioni, la strana, inquietante modalità.
Comiche di Gianni Celati uscì per la prima volta nel 1971. Ora Quodlibet lo ripubblica corredato di una riscrittura dell’autore contenente “alcuni passaggi sessualmente espliciti” che non incontrarono il favore dell’editore di allora (Einaudi) e quindi non comparirono nell’edizione originale. Le Comiche sono cronache dal manicomio, narrate in prima persona da un anziano ricoverato: La direttrice Lavinia Ricci voleva ancora interrogarmi se dormo bene sì o no di notte. Ma io ho domandato compermesso accennando come scusa un bisogno. Sono scappato via per i corridoi tra vari pipistrelli e schiamazzi ovunque nonché rumori battuti dal soffitto a dimostrare: – l’Italia crolla. Imperdibile.
Il re di Kader Abdolah (Iperborea) è uno di quei libri che non vedi l’ora di tornare a leggere. La Persia tra Otto e Novecento, le mire espansionistiche di Inghilterra e Russia viste e subite dallo scià Naser e dai suoi visir (il primo, Mirza Kabir, antenato dell’autore), gli intrighi di corte, la ribellione di chi vorrebbe modernizzare il paese, l’ancorarsi al passato polveroso contrapposto alla tensione verso il futuro e il progresso dei paesi occidentali, che poco a poco travolgono quel che resta dell’antico impero.
Carola Susani con Eravamo bambini abbastanza (minimum fax) descrive l’odissea – a lieto fine, questo lo sappiamo da subito – del piccolo Manuel e dei suoi compagni, rapiti dal “Raptor” in viaggio dalla Russia all’Italia passando per vari paesi. I ragazzini, divisi per gruppetti, si procurano, ogni giorno, i soldi da dare al Raptor. Hanno qualche occasione per fuggire, ma non lo fanno. Come mai? Che cosa li trattiene?
Sul Nuovo Continente c’è sempre qualcosa da imparare. Gabriela Wiener (La Nuova Frontiera), nei reportage che compongono Giornalismo gonzo, esplora mondi anche molto privati e traccia ritratti di costume. In qualcosa mi ha ricordato il David Foster Wallace di Considera l’aragosta.
Nemmeno immagini quanto ti voglio bene (Dalai) è una raccolta di articoli che Jonathan Ames (autore del godibilissimo Io & Henry) pubblicò tra il 1998 e il 2005 su varie riviste. Questo autore ama definirsi “un povero pervertito”, e se lo leggi capirai perché. Divertendoti un sacco.
Va bene. OK. Non sono propriamente libri da vacanza. Ma tanto quelli li consigliano tutti.
E quali sono i libri che mi porto al mare? Un paio sicuri: Adán Buenosayres di Leopoldo Marechal (Vallecchi) e Rue de l’Odeon di Adrienne Monnier (:duepunti).
LA LIBRAIA
Malvina Cagna ha aperto la Trebisonda nel 2011.
Prima di fare la libraia si è occupata di ricerca, progettazione e organizzazione dello sviluppo locale.
Dal 2000 al 2003 ha diretto il festival San Salvario Mon Amour.